USB: servono altre prove? I nemici sono UE e trattati europei

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Non dovrebbero esserci più dubbi per nessuno. Comanda l’Unione Europea e comandano i mercati finanziari. E l’apparato statuale italiano altro non è che il servitore fedele, e sciocco, dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea.

È a tal punto servo di questi super poteri forti da aver designato a Presidente del consiglio un importante funzionario del FMI, noto tagliatore di servizi pubblici e di welfare, dandogli il compito di rassicurare i mercati, difendere la fedeltà all’euro e all’Unione Europea.

Tutto ciò dopo che il presidente Mattarella, esondando, e parecchio, dai propri compiti e dalle proprie prerogative istituzionali aveva impedito la nascita del governo, ahinoi, figlio delle urne. Stupisce, ma neanche troppo, la levata di scudi a difesa di Mattarella eretta dai sindacati complici e da quella sinistra le cui scelte hanno largamente contribuito a produrre la sonante vittoria della lega e dei cinque stelle.

Non stiamo qui a difendere i vincitori delle elezioni, che non ne hanno bisogno e sono in larga parte responsabili della propria débâcle governista, siamo invece a rivendicare con forza la nostra posizione di rottura della gabbia dell’Unione Europea che, mai come oggi, ha mostrato, anche ai più convinti sostenitori della possibilità di trarre beneficio dall’appartenenza all’UE, che non ci sono spazi di alcun tipo. Il combinato disposto scattato immediatamente al solo affacciarsi di forze blandamente euroscettiche ha prodotto una durissima risposta da parte della finanza europea e internazionale che ricorda da vicino quanto accaduto al popolo greco dopo che si era espresso per il no al memorandum della Troika.


A conferma di quali sono i reali interessi di chi comanda le parole, durissime e davvero insolite sulla bocca di un uomo sempre apparso mite e di scarso spessore, che hanno perfettamente spiegato chi comanda e al servizio di chi.
La USB, promotrice insieme ad altri della piattaforma Eurostop, oggi non è più quasi sola nella sua battaglia contro i trattati europei, nella richiesta di togliere il pareggio di bilancio dalla Costituzione e nel richiedere la possibilità che il popolo italiano si esprima con referendum sull’appartenenza all’Unione Europea.

Oggi questi nostri obbiettivi sono diventati obbiettivi di massa, condivisi esplicitamente da milioni di lavoratori e cittadini italiani che, finalmente, hanno individuato proprio nell’Unione Europea e nell’euro, i veri responsabili del proprio impoverimento, della propria condizione di sudditi.


E allora è necessario, mantenendo la più decisa autonomia, essere in campo in queste settimane per riconfermare con ancora più determinazione la nostra posizione politica e la nostra piattaforma sociale.



Unione Sindacale di Base