Solidali e complici di Riccardo

Roma -

A seguito della sentenza sulla strage di Viareggio, che ha riconosciuto responsabili il vertice del gruppo FSI, a cominciare dall’ex Ad del Gruppo Moretti, di Trenitalia   Soprano e di Rfi, Elia, sarebbe stato logico il licenziamento di Moretti ed il conseguente reintegro, al suo posto di lavoro, di Riccardo Antonini.

La Corte di Cassazione di Roma ha, invece respinto, perché inammissibile, il ricorso presentato dai legali di Riccardo contro la sentenza di primo e secondo grado che avevano confermato il licenziamento, per aver violato “l'obbligo di fedeltà" all'azienda, per "conflitto di interessi" e in quanto “ … emerge che il ricorrente aveva più volte sostenuto … la responsabilità della società e dei suoi vertici per aver cagionato il disastro ferroviario di Viareggio…”.

Questa, secondo i togati della Cassazione di Roma, sarebbe la “grave colpa” di Riccardo!

Noi ammettiamo che la stessa “colpa” è stata condivisa nell'ordine:
     dai familiari delle vittime della strage in tutti questi anni di mobilitazione;
     dai ferrovieri che hanno scioperato e solidarizzato con Riccardo e contro tutti gli atti repressivi portati avanti dalle FS;
     nonché dallo stesso Tribunale di Lucca che ha riconosciuto colpevoli della strage Moretti & Co, condannandoli.

La vergognosa sentenza emessa dalla Cassazione di Roma è una vera e propria sentenza di classe in quanto pretende di stabilire il primato di fedeltà agli interessi dell’impresa  a scapito dell'interesse collettivo, anche quando riguarda il diritto primario alla sicurezza e al diritto di opinione, che Riccardo ha esercitato.

Per questi signori dovremmo tutti lavorare a testa china ed “obbedir tacendo”,  inchinandoci al manager di turno.

Noi, al contrario, come abbiamo già avuto modo di fare, continueremo a lottare a testa alta al fianco di Riccardo a difesa del trasporto pubblico, per la sicurezza dell’esercizio ferroviario e per la tutela dei diritti di tutti, a fianco di quei lavoratori oggetto della repressione aziendale.