IL VASO DI PANDORA DEI COSTI DI ALITALIA

Nazionale -

USB: i commissari tirino fuori il bilancio 2016!

 

L’articolo su “ilsussidiario.net” e l’intervista rilasciata sabato su radio24 dal Professor Ugo Arrigo sulla reale situazione dei conti Alitalia, confermano tutti i dubbi e le perplessità che da subito abbiamo sollevato sulla “drammatica crisi” della Compagnia, ovvero che c'è più di qualche cosa in tutta questa vicenda che non ci convince proprio.

Non si tratta delle certezze che abbiamo rispetto gli infiniti errori commessi dalla passata proprietà (privata), ma piuttosto di tutto quello che non si è finora detto e che continua a far fatica ad emergere, nonostante l’amministrazione straordinaria che dovrebbe garantire almeno più trasparenza.

Se il NO dei lavoratori a quello straccio di piano industriale che tutto era meno che un progetto, ha tolto il velo sulle menzogne di chi diceva che era il costo del lavoro l'imputato da condannare, ancora non sono statti chiariti quanti e quali fossero i costi che hanno portato Alitalia al suo secondo fallimento.

Solo per fare uno degli esempi più eclatanti, sono stati stipulati “contratti di tipo derivato” sul carburante che ha determinato per anni un costo superiore del 20% a quello di mercato, che a detta degli stessi commissari pesa per circa 100 milioni di euro l'anno. Sarebbe molto interessante sapere chi ha sottoscritto questi contratti, di come sono stati contabilizzati nei bilanci e chi ha guadagnato rispetto l’onere incredibile accollato ad Alitalia. Sarebbe importante escludere che si tratti delle stesse banche che erano azioniste di Alitalia. In caso contrario la cosa sarebbe a dir poco singolare!

Sono ormai talmente tanti i fattori di costo individuati come fuori mercato, anche dallo stesso piano elaborato dal Comune di Fiumicino, che lasciano ormai il dubbio se la gestione operativa “normale” di una Compagnia con 3 miliardi di fatturato e 23 milioni di passeggeri possa giustificare in alcun modo l’enorme buco di bilancio sventolato ai quattro venti dalla precedente dirigenza.
Come ci ricordano gli esperti, la stessa sentenza emessa dal Tribunale di Civitavecchia lascia trasparire una situazione economica ben diversa dai proclami disastrosi dei ministri di questo governo, degli azionisti e di quei sindacati (tanto benvoluti appunto dal palazzo) che hanno accettato tutto senza una minima verifica e acriticamente.

C’è solo un modo per chiarire: mettere a disposizione lo schema di bilancio del  2016 da dove si dovrebbero evincere tutte le informazioni necessarie e indispensabili per capire quale sia davvero lo stato di Alitalia.
USB lo ha già chiesto formalmente durante la riunione dello scorso 25 gennaio e riteniamo che questo sia un passaggio indispensabile da parte dei Commissari.

Nel frattempo, USB non lascerà niente di intentato affinché emergano tutte le responsabilità in tutte le sedi, mentre chiede che la politica si interroghi su cosa sia successo in Alitalia piuttosto che continuare a straparlare di scioperi, di raccomandare ai lavoratori a quale sindacato iscriversi e negare la possibilità di ripubblicizzare il trasporto aereo attraverso la nazionalizzazione di Alitalia.

 


Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporto Aereo