Piacenza e Reggio Calabria, sabato 23 l'USB in piazza contro lo sfruttamento e la repressione nel nome di Soumaila e Abd Elsalam

Nazionale -

La grande manifestazione nazionale del 16 giugno, con molte migliaia di lavoratori italiani e stranieri in piazza a Roma a porre all'ordine del giorno del nuovo governo il tema delle diseguaglianze e delle vecchie ma sempre attuali forme di schiavitù del lavoro, ci consegna la responsabilità di proseguire nel lavoro di organizzazione, strutturazione e crescita nei settori dove lo sfruttamento è più intenso e le tutele inesistenti.


Sabato 23 giugno saremo dunque di nuovo in piazza in due importanti città italiane, Reggio Calabria e Piacenza, importanti per noi perché proprio in quelle due regioni, così distanti tra loro nell’immaginario collettivo, sono stati assassinati due nostri compagni di lotta, i militanti sindacali dell'USB Soumaila Sacko e Abd Elsalam. Entrambi immigrati, entrambi regolari, entrambi lavoratori impegnati a lottare contro il caporalato e lo sfruttamento.


Il Nord e il Sud, diversi i contesti, uguale lo sfruttamento che come Unione Sindacale di Base combattiamo in tutte le situazioni, sia nella forma antica della schiavitù bracciantile o in quella scintillante della moderna gig economy, sia la cancellazione dei diritti nella logistica o l’alienazione del precariato a vita.


A Reggio Calabria saremo non solo per ricordare Soumaila Sacko, la cui salma partirà presto alla volta del Mali dove la attendono la giovane moglie, la figlia e la famiglia di origine, ma anche per continuare, nel suo nome, la battaglia contro l'inumano sfruttamento dei lavoratori agricoli che in quella zona ha assunto dimensioni difficilmente immaginabili per chi non le tocchi con mano.


Oggi il gigantesco girone infernale in cui sono costretti a vivere (sic!) e lavorare migliaia di braccianti a san Ferdinando, come nel Ghetto di Rignano di San Severo di Foggia o nel profondo Piemonte, non è più sconosciuto e noi dobbiamo incalzare governo, amministrazioni locali, organizzazioni imprenditoriali per smantellarlo e garantire condizioni di lavoro e di vita dignitose e remunerate il giusto.


A Piacenza saremo non solo per ricordare Abd Elsalam, schiacciato da un camion durante un picchetto a un magazzino della logistica della GLS che chiedeva la fine del lavoro nero e della precarietà, ma per respingere il tentativo, pesante e continuato, di criminalizzazione delle lotte in quel settore. Sono decine i compagni, i nostri dirigenti sindacali, raggiunti da denunce e oggetto di continue intimidazioni per la loro attività sindacale contro il mancato rispetto dei diritti, per l'applicazione del contratto, contro una pratica dell'intermediazione di manodopera che sfocia sempre più spesso nel caporalato.


L'arresto qualche giorno fa di un nutrito gruppo di dirigenti delle cooperative che per conto di Leroy Merlin gestivano la manodopera a Castel san Giovanni, sulla scorta di nostre dettagliate e reiterate denunce alla magistratura e all'Ispettorato del lavoro di Piacenza, stanno a dimostrare che le nostre lotte erano e sono assolutamente giuste e legittime e che ora quelle denunce strumentali devono essere cancellate.


Due manifestazioni importanti nel solco delle parole d'ordine della manifestazione di Roma che devono rappresentare non solo la rabbia per i nostri compagni assassinati ma la volontà e la determinazione di continuare a lottare per i diritti di tutti, per sconfiggere sfruttamento,  razzismo e repressione, per unificare le lotte e sedimentare l’organizzazione di classe.


#schiavimai


Unione Sindacale di Base