ISTITUTO VIGILANZA URBE IN SCIOPERO

Dopo aver manifestato davanti all’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, i lavoratori saranno domani sotto Palazzo Chigi

Roma -

Sono oltre 900 i dipendenti IVU dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci che rischiano di perdere la stabilità d’impiego, di perdere oggi una consistente fetta di salario, e molto probabilmente di perdere domani il posto stesso di lavoro per finire alle dipendenze di una cooperativa che non li vuole e che alla prima occasione se ne sbarazzerà.
La attuale dirigenza dell’Associazione, adducendo un non documentato dissesto finanziario, intende cedere in fretta e furia ad una cooperativa tutto il pacchetto clienti e tutti i lavoratori - purché rinuncino ai diritti acquisiti in anni di rivendicazioni salariali - e mentre rifiuta nuovi appalti sta ritardando il pagamento degli stipendi di agosto come ulteriore forma di pressione nei confronti dei dipendenti.
Negli ultimi anni sono state diffuse ad arte tutta una serie di voci circa le modalità di vendita o passaggio del personale a cooperative od altre ditte, e sono state attuate una serie di forzature, accompagnate da minacce più o meno velate ai lavoratori, finalizzate a far passare questo Ente Morale Nazionale per una azienda di "natura privatistica" anche attraverso il cambiamento di parti dello statuto. Chi promuove e gestisce in prima persona questa oscura operazione? Certo è che viene favorita dagli stessi che dovrebbero tutelare i lavoratori e i loro diritti: sindacati confederali e parti pubbliche interessate di governo e sottogoverno.
Contro questa operazione il Libero Comitato G.P.G. - R.d.B, insieme a Savip e Sinalv Cisal, ha indetto due giornate di sciopero: una effettuata lunedì scorso, durante la quale i lavoratori hanno manifestato davanti alla sede della ANCR, una domani, con un presidio dalla 9 alle 14 di fronte a Palazzo Chigi.
Le RdB-CUB chiedono a quanti sono tenuti al controllo ed al buon andamento delle attività di prestare la massima attenzione a questa associazione, azzerarne i vertici e verificare quanto è realmente accaduto al fine di non disperdere il patrimonio dell’Ente, che sempre secondo lo statuto ritornerebbe allo Stato. Per le RdB-CUB la salvaguardia dei lavoratori non si realizza con la precarizzazione, ma intervenendo sulla gestione con chiarezza e trasparenza.


13 settembre 2006 - Il Manifesto

«È folle privatizzare l'Urbe»
Vigilantes in lotta per restare nel pubblico
di Antonio Sciotto

Roma - In piazza per dire no alla «dismissione» di 940 lavoratori: i dipendenti dell'istituto di vigilanza Urbe, di proprietà dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (Ancr), manifesteranno oggi davanti a Palazzo Chigi per dire no alla cessione dell'istituto a una cooperativa (tale Gruppo Pegaso) che è pronta ad acquisirli ma non assicura alcuna garanzia sul loro futuro. L'ente morale nazionale (l'Ancr ha statuto pubblico e gode da sempre di lauti finanziamenti statali ed europei) ha deciso di «rottamare» tutti i vigilantes dell'Urbe (di solito utilizzati da altri enti pubblici che ne richiedono il servizio) per un presunto e non documentato «dissesto finanziario». Non documentato perché i dirigenti dell'Ancr - segnatamente il presidente Gustavo De Meo - si rifiutano di rendere pubblici i bilanci. Nonostante questo, il sindacato è venuto informalmente in possesso del bilancio 2004: solo 500 mila euro di debito, basterebbe vendere uno dei tanti immobili in mano all'associazione in tutta Italia (se fosse a Roma, sarebbe sufficiente un tricamere più bagno). Allora: o negli ultimi due anni c'è stata una gestione folle del denaro, e l'azienda dovrà renderne comunque conto. O i debiti sono rimasti su quei livelli, e perciò sarebbe più dignitoso per un ente pubblico vendere un appartamento piuttosto che svendere i dipendenti. O no?
Si è anche venuto a sapere che il presidente De Meo ha percepito nel 2003 uno stipendio annuale di 358.899 euro, mentre - dall'altro lato - l'Ancr fino a ieri minacciava i dipendenti di non erogare i salari di agosto. Pura crudeltà: è dovuto intervenire il prefetto Serra, per motivi di ordine pubblico, che ha ingiunto il pagamento. Ma il «ricatto» resta e la cessione alla coop Pegaso è una minaccia pesante: la cooperativa potrebbe, dall'oggi al domani, licenziare il personale, oggi garantito dallo status di dipendenti pubblici. De Meo è stato sottosegretario in diversi governi, ma anche commissario straordinario dell'Ente cellulosa e carta: per la gestione di questo ultimo ente, la Corte dei conti lo ha condannato a risarcire ben 211 milioni di euro.
D'altra parte, non è che le commesse manchino per i vigilantes: tra i datori di lavoro c'è anche il gruppo Mediaset, mentre tra gli «ex», scippati di recente all'Ancr-Urbe da parte di una sua ex costola (l'istituto Vigilanza Città di Roma), ci sono l'Ufficio italiano Cambi e il Cnr. Urbe avrebbe dovuto prima essere assorbita nella Vigilanza Città di Roma, poi si è optato per la cessione alla coop Pegaso. Adesso i lavoratori chiedono un intervento del governo e del ministero del lavoro, del ministro Cesare Damiano e del sottosegretario Rosa Rinaldi. «Il sottosegretario ha già inviato un'ispezione - spiega Alberto Burgio, deputato del Prc - Adesso ci aspettiamo dall'esecutivo un intervento risolutivo». Oggi Burgio sarà in piazza con i lavoratori insieme a Gianni Pagliarini (Pdci, presidente commissione Lavoro della Camera) e Mauro Bulgarelli, dei Verdi.
I dipendenti in protesta sono organizzati dalla Rdb: «Chiediamo chiarezza - spiega Marco Lucarelli, uno dei vigilantes - Vogliamo rimanere nel pubblico e vedere al più presto i bilanci dell'azienda che ci dà lavoro».


14 settembre 2006 - Il Messaggero

Protesta Urbe

Roma - Manifestazione ieri mattinadei dipendenti dell'Istituto Vigilanza Urbe davanti a Palazzo Chigi contro la cessione dell'azienda a privati. La manifestazione è stata promossa dai sindacati autonomi Libero comitato lavoratori Rdb, Savip e Cisal Sinav che accusano i confederali di «essere favorevoli alla cessione».


14 settembre 2006 - Il Tempo

Ivu, protesta dei vigilantes a Palazzo Chigi

Roma - MANIFESTAZIONE ieri mattina dei dipendenti dell'Istituto Vigilanza Urbe davanti a Palazzo Chigi contro la cessione dell'azienda ai privati. La manifestazione è stato promossa dai sindacati autonomi Libero comitato lavoratori Rdb, Savip e Cisal Sinav che accusano i confederali di «essere favorevoli alla cessione». Alla manifestazione hanno presenziato il capogruppo di Alleanza nazionale in Campidoglio, Marco Marsilio, il capogruppo di An alla Regione Lazio Antonio Cicchetti e al consigliere regionale Francesco Lollobrigida. Marsilio ha comunicato di aver presentato un'interrogazione al sindaco Veltroni «per sapere se e in che modo intende occuparsi di una crisi che riguarda il futuro di mille famiglie romane». Successivamente una delegazione di rappresentanti dei lavoratori dell’Ivu è stata ricevuta a Palazzo Chigi. I lavoratori, si legge in una nota della presidenza del Consiglio, hanno espresso le preoccupazioni per gli effetti del processo di cessione che l'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci - dalla quale l'Istituto dipende - sta avviando per il ramo di azienda nel quale essi operano. Gli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri, prosegue la nota, hanno preso atto delle rimostranze dei rappresentanti dei lavoratori e hanno assicurato che si attiveranno presso le amministrazioni interessate al fine di chiarire le questioni salienti sollevate dalla delegazione.


14 settembre 2006 - Liberazione

Vigilanza Urbe, presidio sotto Palazzo Chigi

Roma - Manifestazione ieri mattina dei dipendenti dell’istituto Vigilanza Urbe davanti a Palazzo Chigi contro la cessione dell’azienda ai privati. La manifestazione è stata promossa dai sindacati autonomi Libero comitato lavoratori Rdb, Savip e Cisal Sinav che accusano i confederali di «essere favorevoli alla cessione».