2 agosto 1980 strage alla stazione di Bologna - 2 agosto 2010 ancora in piazza per la verità e la giustizia. Ore 9 Piazza Nettuno, Bologna

In allegato il volantino

Bologna -

Comunicato del 30 luglio 2010

STRAGE DI BOLOGNA: ANCHE QUEST’ANNO RDB/USB IN PIAZZA IL 2 AGOSTO
Per eliminare il segreto di Stato sui reati di strage, contro ogni revisionismo

Come tutti gli anni, RdB/USB parteciperà alla manifestazione di commemorazione della strage del 2 agosto 1980 a Bologna e ha invitato tutti i lavoratori a partecipare.
In particolare, USB ha chiesto a tutti gli enti pubblici del territorio di permettere la partecipazione ai propri dipendenti in orario di lavoro,  ed a questo fine ha convocato assemblee in moltissimi altri luoghi di lavoro.
Quest’anno RdB/USB  sarà in piazza con lo striscione: “UN SOLO LICENZIATO: IL SEGRETO DI STATO!” e distribuirà un volantino con il famoso scritto di Pierpaolo Pasolini tratto dal “Il romanzo delle stragi”. Tutto ciò per rimarcare la natura sindacale e politica della sua partecipazione, per eliminare definitivamente il segreto di stato sui reati di strage e contro ogni operazioni revisionista.

 

 


Tratto dal “Il romanzo delle stragi” di Pier Paolo Pasolini


“Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti...



Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killers e sicari. Io so tutti questi nomi e so tutti questi fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so.  Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi...



Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero...



Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi. A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.  Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi. Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti  pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi...



Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpes e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto...



Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana...

Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi”.

 

2 agosto 2010
ore 9
Piazza Nettuno
Bologna