INCHIESTA LABIRINTO. CIO' CHE TUTTI SAPEVANO

12,8 milioni di euro – coinvolti Inps, Inail, Enel, Poste Italiane, Consip, ministero di Giustizia, ministero dell'Istruzione….

Questi i due elementi macroscopici che emergono dalla inchiesta “Labirinto” che ha portato all'adozione di misure cautelari nei confronti di soggetti, Pizza, Marotta ed altri, che operavano nel mondo degli appalti pubblici.
Quanto il meccanismo della corruzione e del clientelismo è entrato nel cuore di importanti istituti pubblici.
Quanta parte di quei 12,8 milioni sono serviti a pagare correttamente i lavoratori occupati negli appalti e nella lunga sequela fuori controllo dei subappalti?
Quando parliamo di Consip, parliamo di un fiume di denaro che viene erogato, attraverso il sistema delle gare, verso imprenditori privati per l'acquisizione di forniture e servizi.
Gare che spesso USB ha contestato, per la “sciatteria istituzionale” nell'approntamento dei capitolati di gara, in particolare sul versante dei servizi (pulizie, call center, servizi informatici, ecc.).
Gare che sono state oggetto di “attenzione”, in quanto il sistema delle imprese private e cooperative faceva “cartello”, creando di fatto un monopolio governato da un unico dominus.
Dentro questo enorme tritacarne sono finite non solo la credibilità degli istituti pubblici – il cui discredito è stato scientificamente utilizzato per favorire un più facile smantellamento della funzione e dei servizi pubblici – ma soprattutto ci sono finiti quelle centinaia di  migliaia di lavoratrici e lavoratori incolpevoli che vengono quotidianamente assunti e  licenziati, sfruttati, sottopagati, ricattati. Non è escluso che a pagare le decime di questo scandalo annunciato, che vede tra l’altro coinvolto il Ministro dell’Interno Alfano, siano ancora una volta gli addetti incolpevoli come accaduto nella vicenda di mafia Capitale.
E' possibile porre fine a questo disastro? Noi crediamo di sì.
Sempre più le attività che vengono esternalizzate non riguardano professionalità “atipiche”, di alta specializzazione. Quasi sempre riguardano invece attività manuali, operative, per le quali l'unica giustificazione per l'esternalizzazione è pagare meno la forza lavoro.
E' inutile rincorrere le pur necessarie, ma non cogenti “clausole sociali”. Occorre percorrere la strada maestra: reinternalizzare tutte quelle attività “tipiche” della pubblica amministrazione (comprese le funzioni ausiliarie, come le pulizie, i call center ecc.).
E’ necessario inoltre, e la USB lo torna a chiederlo con forza e determinazione, che l'ANAC avvii una indagine approfondita per verificare la effettiva trasparenza delle gare sin qui svolte e che si prenda atto, a tutti i livelli, che la questione appalti è questione centrale da affrontare e risolvere perché dentro ad essa si annida la corruzione e il malaffare politico e amministrativo e oggi questa è divenuta una vera emergenza.