NON C'È CANTONE CHE TENGA!

Quante mazzette ancora dovranno essere elargite? Quanta corruzione dovrà ancora essere provata? Quante Autorità Nazionali Anticorruzione dovranno essere istituite?  Quanto tempo ancora dovrà passare per estirpare le metastasi degli appalti che incancreniscono questo paese ai danni di cittadini e lavoratori?

Le notizie di queste ore di nuovi arresti per appalti sulle grandi opere che vedono coinvolti politici, parenti di questi e funzionari pubblici sono solo le ultime in ordine di tempo di quelle che ormai è prassi leggere e sentire tutti i giorni sugli organi di informazione.

Non c'è Cantone che tenga, non ci sono leggi anticorruzione, non c'è civiltà, che riescano ad impedire la devastante deriva verso il baratro dei servizi di interesse pubblico di questo paese che decenni di privatizzazioni, liberalizzazioni ed esternalizzazioni hanno prodotto.

Mafia Capitale, Expò, solo per citare quelli che hanno fatto più rumore, ma l'elenco purtroppo è destinato ad aumentare ed è molto lungo.  La collusione tra politica, funzionari e (im)prenditoria corrotta ormai è un apparato imperante in questo paese, senza esagerare si può purtroppo asserire che la corruzione e gli appalti sono un binomio ben saldo del sistema paese.

Nonostante tutto questo si continua ad sprofondare verso un tunnel senza fine, Renzi con la riforma delle aziende pubbliche partecipate, ha come scopo principale quello di privatizzare quel poco di pubblico che sia rimasto e regalarlo ai privati perchè l'acqua, la scuola, i trasporti, i servizi, lo Stato Sociale, non sono beni comuni di tutti ma merce per fare mercato.

Questo governo, con il "nuovo codice degli appalti", con la scusa di abbattere la burocrazia favorisce le "multinazionali" degli appalti, abbattendo definitivamente quelle salvaguardie sociali che per esempio permettevano ai lavoratori di sopravvivere nella giungla di stipendi pagati in ritardo, bassi salari, part-time obbligatori, sfruttamento e condizioni di lavoro quanto mai precarie, come la responsabilità solidale delle committenti appaltanti.

La soluzione ci sarebbe: LE GRANDI OPERE DI INTERESSE PUBBLICO, COSI' COME LE AZIENDE PARTECIPATE COMUNALI E REGIONALI, DEVONO ESSERE TOTALMENTE A GESTIONE PUBBLICA E I LAVORATORI ED I SERVIZI DEVONO ESSERE REINTERNALIZZATI!

Non è una mera posizione ideologica, ce lo dice la storia recente di questo Paese che da decenni vede aziende pubbliche privatizzate perennemente in perdita nonostante i lauti compensi corrisposti ai manager (amici di questo o di quel partito), l'azzeramento della qualità dei servizi all'utenza, costretta sempre più a pagare un servizio che dovrebbe essere gratuito, la sanità ne è il caso più emblematico, il peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro e la ruberia imperante.

Oltretutto molti studi di settore, anche non sindacali, ci dicono che le reinternalizzazioni oltre a scoraggiare la corruzione permetterebbero alle casse delle amministrazioni pubbliche di risparmiare molti soldi dei contribuenti.

USB denuncia questo scempio da anni, nei contesti lavorativi, sociali e istituzionali e continuerà a farlo insieme ai cittadini e ai lavoratori a cominciare dalla campagna di contestazione alla ormai prossima approvazione della legge Madia sulle aziende Pubbliche Partecipate.