BRACCIANTI AGRICOLI: ENNESIMO OMICIDIO NEL "GHETTO" DI SAN SEVERO (FOGGIA)

Soumahoro: la disponibilità d'acqua probabilmente avrebbe evitato la morte dei lavoratori

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La morte dei due braccianti, Mahamadou Konaté e Nouhou Doumbouya, nella notte scorsa a seguito dell'incendio probabilmente doloso è l'ennesima dimostrazione di un sistema che tiene in ostaggio tra sfruttamento lavorativo e sociale i braccianti - denuncia Aboubakar Soumahoro del Coordinamento lavoratori agricoli USB - I lavoratori sono vittime di una condizione di continue vessazioni tra ricatti e repressioni di ogni genere e negli ultimi giorni deportazioni e mancata fornitura d'acqua da parte delle istituzioni locali. E probabilmente la disponibilità d'acqua probabilmente avrebbe evitato la morte dei lavoratori.


La situazione nelle campagne del foggiano - prosegue Soumahoro - è il risultato di politiche fallimentari che vanno avanti da oltre un decennio, come anche è verificabile in altre regioni, e l'attuale Giunta regionale non ha alibi. Perché anziché individuare soluzioni alternative dignitose sul piano abitativo e lavorativo, si è proseguito con la politica repressiva in netto contrasto con le solite dichiarazioni ipocrite di circostanza.

Intanto - continua il sindacalista USB - l'USB ha chiesto un incontro urgente con il Prefetto di Foggia e il Ministero dell'Interno, per trovare una soluzione immediata e dignitosa per i lavoratori braccianti rimasti e la sospensione di qualsiasi operazione di trasferimento non concordato con i lavoratori stessi. L'USB denuncia per l'ennesima volta le responsabilità del Governo Nazionale e dei vari Governi Locali incapaci di affrontare con una vera politica di inserimento lavorativo e sociale, la condizione delle migliaia di lavoratori che oggi ancora garantiscono la raccolta nelle campagne e la filiera della agroindustria alimentare, sbandierata come fiore all'occhiello del Made in Italy.


L'USB è impegnata da tempo nella lotta per i diritti dei braccianti attraverso il processo di sindacalizzazione. Un percorso - conclude Soumahoro - che sta riscontrando una risposta positiva dei lavoratori come avvenuto ultimamente nella riunione degli oltre 300 braccianti a San Ferdinando nella Piana di Gioia Tauro, e prima ancora a Venosa in Basilicata.